Ne parliamo con la Dr.ssa Chiara M. Carugati*, psicoterapeuta dello studio professionale “Centro Clinico di Psicologia” di Monza.
Intervista a cura di Asia Olivo** (Università degli Studi di Milano Bicocca)
Con il passare degli anni il mondo si sta evolvendo verso una crescente digitalizzazione e così la professione dello psicologo. In che cosa consiste l’intervento psicologico a distanza?
Chiara M. Carugati : Si tratta di un intervento psicologico che non viene condotto in presenza, ma mediato da strumenti di comunicazione tecnologici (dal telefono al computer). In questi casi la “stanza della terapia” si sposta in un luogo “virtuale”, come la stanza di una video-chiamata, lo scambio di mail o di chat, la telefonata. Il mezzo diventa anche il luogo dove avviene la prestazione, un luogo ben diverso dal setting convenzionale di uno studio.
Secondo una definizione di Manzo et al (2005), le prestazioni psicologiche a distanza sono “Tutte le azioni professionali offerte da un professionista in carne ed ossa a un cliente finalizzate a: informare, sensibilizzare, supportare, modificare, prevenire, curare, abilitare e riabilitare, attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie di comunicazione”.
Viene distinto nello specificare la presenza di un “professionista in carne ed ossa” l’intervento che prevede la relazione fra due persone fisiche da quei sistemi (es. chatbot) che simulano l’interazione con un essere umano.
Qual è la differenza tra la terapia online (chiamata anche E-Therapy) e il counseling psicologico online (o E-Counseling)?
Chiara M. Carugati : La distinzione tra terapia online (E-Therapy) e counseling psicologico online (E-Counseling) è la stessa che vi è nelle due diverse forme di intervento condotte di persona.
In terapia, il supporto psicologico viene effettuato con un programma di trattamento per risolvere un disturbo specifico, mediante l’utilizzo di tecniche psicoterapeutiche.
Nel counseling psicologico, invece, si effettua un intervento con caratteristiche di consulenza per fornire assistenza a problemi psicologici generici e raramente include un programma di trattamento specifico.
Attraverso quali mezzi può avvenire l’interazione online tra psicologo e utente?
Chiara M. Carugati : Effettuo gli interventi psicologici in modalità remota, attraverso le piattaforme Skype, Google Hangouts e WhatsApp (videochiamate).
Attualmente la ricerca scientifica sta svolgendo numerosi studi per approfondire questo tema, ma che cosa è emerso dalle analisi condotte fino ad ora?
Chiara M. Carugati : Diversi studi sono stati condotti di pari passo con la sempre maggiore “connessione” delle persone fra di loro tramite web, e dell’uso stesso della rete. All’interno di questi studi già da diversi anni si stanno indagando sia i vantaggi che i limiti delle prestazioni psicologiche a distanza. A dispetto delle aspettative, i risultati delle ricerche condotte hanno riportato risultati positivi, in termini di efficacia, sia delle consulenze che delle terapie online.
Sono stati riportati significativi miglioramenti dal punto di vista sintomatico in pazienti con diverse patologie quali disturbi di panico (Klein & Richards, 2001), disturbi alimentari (Robinson & Serfaty, 2001), disturbi post-traumatici da stress (Lange et al., 2000) e in casi di lutto (Lange, van de Ven, Schrieken & Emmelkamp, 2001). Alcuni studi si sono focalizzati sull’alleanza terapeutica, valutata dai pazienti ed anche in questi casi i risultati non in linea con quelli della letteratura sulla psicoterapia vis-à-vis (Cook & Doyle, 2002).
Da sottolineare anche le criticità: per quanto non ci siano molti studi sulle controindicazioni, alcune ricerche orientano verso l’esclusione dalla presa in carico di pazienti con evidenti problemi di esame di realtà, con dichiarata ideazione suicidaria e gravi forme di tossicomania.
Grande attenzione viene posta attualmente ai limiti dell’agire all’interno di questa cornice, e forte è il richiamo delle organizzazioni di categoria, dal nostro ordine regionale al Consiglio Nazionale Ordine Psicologi ad un’etica ancora più stringente.
Si può avere un miglioramento significativo dal punto di vista sintomatologico anche durante i trattamenti online?
Chiara M. Carugati : Come prima anticipato, le ricerche finora condotte hanno dato risultati incoraggianti. La spinta che l’emergenza sanitaria attuale sta imprimendo all’uso di mezzi tecnologici porterà ulteriore dati alla ricerca (Il CNOP ad esempio, in collaborazione con EFPA e AIP, sta conducendo un’indagine in questo periodo sull’uso del medium tecnologico in seguito all’emergenza COVID19). Per quanto riguarda la personale esperienza clinica ed il campione evidentemente non rappresentativo dei pazienti seguiti da remoto negli scorsi anni mi porta a rispondere positivamente. Si tratta di terapia che hanno alternato modalità vis-à-vis con modalità da remoto, per via di trasferte o trasferimenti permanenti in altre località.
Ogni volta sono state vagliate con il singolo paziente le opzioni in campo (in caso di trasferimenti poter trovare un riferimento sul territorio, ad esempio), le modalità di contatto (prevalentemente telefonate o video-chiamate tramite Skype), monitorato l’andamento della terapia anche in base al setting. Secondo la mia esperienza, soprattutto attuale, non tutte le relazioni terapeutiche riescono a ri-trovare le proprie coordinate in un setting a distanza. Relazioni terapeutiche più radicate, con una buona alleanza, sono riuscite a traghettare la propria esperienza dallo studio alla “stanza virtuale”, usando anche la stessa esperienza di cambiamento per prendere consapevolezza dei propri vissuti, delle capacità o difficoltà di adattamento, del clima proprio dello stare in relazione in entrambe le situazioni.
Esistono dei benefici, tipici degli interventi online, che offrono un vantaggio rispetto all’intervento classico faccia a faccia?
Chiara M. Carugati : In linea generale la modalità online, eliminando gli spostamenti per raggiungere lo studio del terapeuta, spesso può rendere più accessibile (in termini pratici, temporali ed economici) il servizio psicologico. Questo vale anche per persone con difficoltà generali di mobilità e disabilità. Alcune persone si sentono meno vulnerabili nel proprio ambiente e possono prediligere una consulenza a distanza, al contrario di altre che percepiscono proprio lo studio dello psicoterapeuta come unico “luogo sicuro” (e che in questo periodo quindi possono risentire significativamente dell’impossibilità di un contatto di persona con il proprio terapeuta).
Come già delineato prima, un intervento online abbatte le distanze, preservando la continuità di un percorso laddove è impossibile proseguirlo in presenza.
È possibile che una persona si senta più a suo agio parlando attraverso uno schermo oppure pensate che questo sia, al contrario, un ostacolo?
Chiara M. Carugati : Sono stata testimone di diverse reazioni al passaggio dalla terapia in presenza ad una terapia online. Lo schermo, la telecamera puntata, per alcuni ha un effetto inibente, troppo concentrati sugli stimoli visivi (spesso un volto in primo piano, spesso il proprio volto comunque presente in schermata, al quale inevitabilmente si ricorre), per altri l’uso delle videochiamate riporta invece ad una dimensione più favorevole al racconto e alla apertura. In particolare ho potuto notare come, per alcuni pazienti, l’utilizzo delle telefonate favorisca una dimensione maggiormente introspettiva. Di certo ogni situazione è unica e irripetibile, spesso anche con lo stesso paziente, di volta in volta. Tante sono le variabili da tenere in considerazione.
Quali sono i possibili limiti del trattamento online e la possibili criticità che può incontrare lo psicologo? Quali invece sono le difficoltà che può incontrare il paziente?
Chiara M. Carugati : La “presenza” del terapeuta e del paziente nella stessa stanza, la condivisione di un “clima” relazionale che passa attraverso il linguaggio corporeo, le sensazioni interne di entrambi, sono fattori dal mio punto di vista clinicamente significativi. Per quanto le ricerche sopracitate riportino la stessa efficacia di terapie condotte in presenza rispetto ad altre condotte in remoto, personalmente ritengo che il “contatto” personale, e non solo virtuale, fra terapeuta e paziente sia portatore di innumerevoli informazioni che difficilmente si possono cogliere con la stessa trasparenza da remoto. Allo stesso tempo, l’uso di questo “terzo elemento” fra terapeuta e paziente rappresenta una sfida ed una possibilità per espandere l’intervento psicologico oltre confini che pensavamo quasi invalicabili.
Gli interventi psicologici online sono adatti per tutti? Oppure ci sono persone con particolari esigenze per cui è preferibile un intervento vis-à-vis?
Chiara M. Carugati : Mi attengo alla normativa italiana di riferimento del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi e dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia che definisce le linee guida per le prestazioni psicologiche a distanza e che incontra pienamente anche la nostra esperienza clinica nei trattamenti psicologici on line. In particolare, nello studio professionale di Monza in cui opero rivolgiamo questo tipo di intervento a persone maggiorenni che manifestano sintomi specifici lievi o moderati (quali ansia generalizzata, ansia sociale, attacchi di panico, fobie specifiche, disturbi dell’umore lievi, patologie somatiche) o che desiderano comprendere il disagio/malessere e lo stress psicologico che vivono anche in assenza di una quadro psicopatologico e, infine, a coloro che necessitano di definire nuove strategie per affrontare stati di crisi individuali, di coppia o familiari. L’intervento psicologico online non è indicato per soggetti affetti da disturbi psichiatrici gravi (psicosi e disturbi di personalità), gravi disturbi dell’umore e con tendenze suicidarie, severe forme di tossicodipendenza.
Cosa bisognerebbe fare nel caso in cui una persona, durante una seduta on line, abbia una crisi e necessiti di un intervento di emergenza?
Chiara M. Carugati : E’ fondamentale conoscere, a partire dai dati raccolti nel consenso informato, la posizione geografica del paziente in caso di emergenza così da orientarlo verso le strutture territoriali mediche e i servizi di salute mentale. Per ottimizzare questi eventuali invii, gli interventi di consultazione on line del nostro studio professionale vengono effettuati esclusivamente da psicologi e specialisti che ricevono a Monza, garantendo così la continuità della presa in carico di persona ed il raccordo con interventi di natura medica o di urgenza sul territorio di Monza e Brianza.
È possibile assicurare la privacy degli utenti? In che modo?
Chiara M. Carugati : Come da indicazione dell’Ordine degli Psicologi, siamo tenuti a prendere tutte le precauzioni per proteggere e mantenere la riservatezza dei dati e delle informazioni relative ai propri pazienti oltre a doverli informare riguardo le precauzioni prese, anche riguardo il potenziale aumento dei rischi sulla riservatezza, inerente le tecnologie utilizzate. Lo psicologo che si serve di tecnologie elettroniche per la comunicazione a distanza è tenuto a utilizzare sistemi hardware e software che prevedano efficienti sistemi di protezione dei dati.
Dal punto di vista etico, anche nei trattamenti online ci sono dei principi e delle norme che lo psicologo è tenuto a rispettare?
Chiara M. Carugati : Sempre seguendo le indicazioni ordinistiche, il Codice Deontologico degli Psicologi prevede l’obbligo del professionista di considerare le circostanze con la massima attenzione possibile e di essere responsabile delle proprie decisioni. Ogni professionista deve rispettare una serie di principi etici e non viene fatta alcuna distinzione per i servizi online: lo stesso codice etico si applica a tutte le tipologie di prestazioni fornite. I principi etici e le norme del Codice Deontologico si applicano anche nei casi in cui le prestazioni vengono effettuate con il supporto di tecnologie di comunicazione a distanza. Tali principi e norme vengono esplicitate ai pazienti attraverso il consenso informato che il professionista consegna al paziente.
Una persona che cerca su Internet un aiuto psicologico, come può distinguere tra un sito affidabile e uno non attendibile?
Chiara M. Carugati : Sembrerà banale ma il primo consiglio è di verificare, sempre, l’iscrizione all’Albo del professionista. Soprattutto in questi giorni diverse sono state le segnalazioni di abuso della professione da parte dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia a carico di persone che promuovevano servizi assimilabili ad interventi psicologici senza averne titoli, nè formazione. Nel documento “Digitalizzazione della professione e dell’intervento psicologico mediato dal web” ad opera della Commissione Atti tipici, Osservatorio e Tutela della professione si sottolinea come la maggior parte dei risultati delle ricerche risponde a logiche di posizionamento SEO (Search Engine Optimization) piuttosto che rispecchiare fedelmente l’autorevolezza del sito e la competenza del professionista. Verificare le competenze del professionista, l’esperienza maturata, la formazione pregressa e continua può essere importante per identificare la persona adatta alle proprie necessità.
Quali sono gli sviluppi per il futuro? Pensate che l’intervento psicologico online si possa diffondere sempre di più, fino a diventare consuetudine?
Chiara M. Carugati : Difficile fare previsioni che portino in un’unica direzione. Quello che si può immaginare è che, dopo questo periodo di forzato distanziamento sociale, l’uso del mezzo digitale manterrà una sua presenza ed importanza anche nell’ambito della psicologia. Forse questo periodo ci ha messo nelle obbligate condizioni di sperimentare nuovi modi per “stare connessi” ai nostri pazienti, vincendo – per necessità – ritrosie, pregiudizi assoluti, ideosincrasie personali. Rimarrà un canale aperto, in parte in questi mesi conosciuto navigandolo, da studiare sempre meglio e di più. Di contro, come già messo in evidenza, non per tutte le persone (siano essi terapeuti o pazienti, e l’incontro fra i due) la videochiamata potrà essere un setting comodo, e sicuro, entro il quale lavorare. Nella recente esperienza ho potuto sperimentare di persona quanto il corpo, del terapeuta quanto del paziente, sia un potente indicatore di stati interni non dicibili, spesso non rappresentabili e quanto sia importante l’uso di questi segnali per una corretta sintonizzazione emotiva con il paziente. Per quanto raffinati siano i mezzi di tele-presenza, per quanto accurata sia la risoluzione dei monitor o la stabilità della connessione, credo vadano inevitabilmente perse qualità essenziali del “clima terapeutico”.
*Chiara M. Carugati, Psicologa e Psicoterapeuta, referente dell’Area Ansia e Depressione presso lo studio professionale “Centro Clinico di Psicologia”.
**Asia Olivo è Tirocinante pre-lauream in Psicologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.