La sofferenza emotiva dovuta all’interruzione di un rapporto di coppia, a seguito di separazione, abbandono o tradimento, costituisce uno dei fattori scatenanti più diffusi di disturbi psicologici che spesso viene trascurato o minimizzato dall’ambiente circostante di chi vive – o subisce – tali situazione.

Sebbene il dolore psichico legato alla normale elaborazione del lutto sia presente in ogni vicenda di perdita relazionale, può succedere che questa sofferenza assuma le caratteristiche disturbanti e invalidanti tipiche di una vera e propria condizione psicopatologica.

Vissuti di tristezza, senso di vuoto, perdita d’interesse o di piacere, sonno disturbato, inappetenza, stanchezza cronica, sentimenti di autosvalutazione o di colpa ricorrenti, difficoltà a lavorare, agitazione, irritabilità, tensioni muscolari, sensazioni di ottundimento, mal di testa ricorrenti, gastriti, coliti e quant’altro sono tutti sintomi che, se perdurano nel tempo, rischiano di condurre a veri e propri disturbi d’ansia o a quadri depressivi.

 

Da una lettera inviata a un quotidiano locale…

Sono una romantica, una che si commuove guardando un film d’amore e che ha sempre creduto che esistesse per tutti l’altra metà della mela ossia la persona giusta venuta al mondo solo per te e che il destino ti farà comunque incontrare. Scrivo poesie, ho un carattere dolce, sono molto femminile e non sopporto il femminismo. Sono una romantica o forse lo ero perché a 42 anni ho avuto una di quelle delusioni che anche una donna ottimista e innamorata dell’amore come me fanno vacillare. Dopo dodici anni di convivenza e 15 di fidanzamento il mio uomo mi ha lasciata. Non ho parole per descrivere il dolore che mi sta torturando e all’inizio pensavo quasi d’impazzire. Ma come è possibile, mi sono chiesta, cosa ho sbagliato? Lui dice che in realtà non ho sbagliato niente ma che il nostro rapporto era stanco, che non se la sentiva di continuare perché a 40 anni non ci dobbiamo accontentare. Io però non mi accontentavo, anzi, ero al settimo cielo perché quest’uomo mi sembrava appunto la metà della mela, trovata dopo un’adolescenza difficile e malinconica e anni di solitudine. Forse avrei dovuto capire che qualcosa non andava perché lui nonostante ormai avessimo l’età per farlo continuava a rimandare la decisione di fare figli e anche di sposarsi. Stiamo bene così io e te, diceva, e un figlio avevo paura che non essendo voluto pienamente anche da lui potesse rovinare tutto. Invece si è rovinato tutto lo stesso e ora io piango davanti al film triste della mia vita. A 42 anni il mio romanticismo barcolla: troverò un’altra metà della mela? farò in tempo ad avere un bambino? fonte http://iltirreno.gelocal.it/livorno

 

Questo racconto mette in luce come l’interruzione di un rapporto di coppia, fortemente investito sul piano affettivo e progettuale, ricada sull’identità della persona che subisce la fine della relazione. “Non sono più quella che ero”, “penso di impazzire”, “ho sbagliato tutto”, “non avevo capito”, “avrò un futuro?”, “tornerò me stessa?”. Sono queste i pensieri e le domande che ricorrono in tali situazioni e che possono, talvolta, trasformarsi in vere e proprie ossessioni che sembrano non avere vie d’uscita.

 

Fattori di rischio clinico

L’esperienza clinica ci mostra che vi sono alcuni fattori di rischio rispetto all’evoluzione e all’esito della normale sofferenza emotiva legata alla perdita della persona amata: la modalità di conclusione del rapporto; le dinamiche relazionali che, nel tempo, si sono create all’interno della coppia e le caratteristiche di personalità della persona che subisce la perdita. Vediamole nel dettaglio per poterle conoscere e riconoscere tempestivamente.

 

Modalità di conclusione del rapporto.

La consapevolezza di una condizione di crisi della coppia, pur arrecando sofferenza per un possibile esito incerto o non voluto, può ridurre l’impatto emotivo della perdita quando questa si realizza. Al contrario, quando l’evento è improvviso e inaspettato può avere effetti maggiormente dolorosi poiché la persona subisce impotente il crollo dei propri investimenti affettivi. Questa situazione può connotarsi come “evento traumatico” e far evolvere la fisiologica sofferenza emotiva in una condizione clinica, con modalità simili alla risposta psicologica al trauma (rimozione/negazione dei vissuti legati all’evento – progressiva consapevolezza in una fase successiva – dolore e disperazione).

 

Dinamiche relazionali della coppia.

La scelta del partner e il mantenimento della relazione di coppia sono processi emotivo-relazionali molto complessi che attivano, in ciascuno di noi, dinamiche psicologiche profonde. La sensazione di “essere completi”, vissuta quando il rapporto funziona, può essere l’esito della soddisfazione – o della compensazione spesso inconscia – di bisogni arcaici che non hanno trovato risposta in altre relazioni significative. Succede, ad esempio, che il partner soddisfi un bisogno di protezione rispetto ad aree di fragilità emotiva oppure che sia fonte di vitalità nei confronti di caratteristiche personali tendenzialmente inibite o introverse. Quando la relazione di coppia si costruisce intorno a queste dinamiche, l’interruzione del rapporto può rappresentare la perdita di un importante supporto alla propria personalità e condurre ad un crollo dell’autostima.

 

Caratteristiche di personalità.

fine di una relazioneLe caratteristiche di personalità assumono una grande importanza rispetto a come viene vissuta e affrontata la fine di una relazione di coppia. Un fattore di rischio legato alle caratteristiche personali riguarda l’area della dipendenza. La possibilità di dipendere da una persona significativa è parte di ogni rapporto equilibrato e soddisfacente e si parla di interdipendenza quando viene mantenuta una dimensione di reciprocità e di riconoscimento di sé stessi e dell’altro come persone distinte, con bisogni, aspirazioni e desideri propri. Può succedere, tuttavia, che in un rapporto la dimensione della dipendenza assuma un carattere dominante ed esclusivo: l’altro diventa d’importanza vitale per la soddisfazione di ogni bisogno emotivo e, talvolta, anche pratico-materiale. In questi casi, l’elaborazione del lutto legato alla perdita/separazione può essere lungo e doloroso e maggiormente a rischio di evolvere in sintomi clinici.

 

Cosa fare quando accade la fine di una relazione di coppia?

Come in tutte le situazioni di fisiologica sofferenza emotiva che eventi di vita particolarmente critici possono suscitare in noi, anche l’interruzione o la fine di una relazione di coppia può avere un impatto destabilizzante la cui intensità e durata variano a seconda della personalità e della storia di ciascuno e in base alle caratteristiche specifiche del rapporto di coppia (modalità relazionali, investimenti affettivi reciproci, progetti condivisi).

Per chi vive, o subisce, la conclusione di un rapporto è importante acquisire consapevolezza di questi aspetti, al fine di elaborare il lutto connesso alla perdita ed, eventualmente, interrompere potenziali meccanismi di ripetizione involontaria di situazioni traumatiche o fallimentari.

 

Per avere il parere di uno specialista, contatta il Centro Clinico di Psicologia di Monza al numero di telefono 039/9416276 oppure manda una mail a info@centropsicologiamonza.it

 

Argomenti correlati

Consulenza Psicologica per la Coppia

Quando la coppia va in crisi: come e perché prendersene cura

Senza te non vivo più: personalità dipendente e dipendenza affettiva

Ansia e Depressione