La crescita dei bambini avviene lungo un percorso denso di cambiamenti che includono, non solo aspetti fisici, ma anche psicologici e relazionali.
Esistono delle vere e proprie “tappe dello sviluppo”, come il riconoscimento dei visi familiari e i primi sorrisi, lo svezzamento, il camminare, l’acquisizione del linguaggio etc..che sono degli intervalli di tempo, in cui il bambino tenderà ad apprendere specifiche competenze, seguendo tempi e ritmi propri.
Durante questo percorso, come abbiamo già detto tutt’altro che lineare, può capitare che il bambino si “blocchi” in una di queste fasi di crescita o che, dopo aver acquisito determinate capacità, sembri “regredire”, cioè fare dei passi indietro nello sviluppo (ad esempio il bambino potrebbe tornare a bagnare il letto).
In queste situazioni è bene che i genitori, gli insegnanti, i pediatri o altre figure di riferimento che ruotano attorno alla vita del bambino, inizino a prendere in considerazione la consulenza di uno psicologo per i bambini.
Chi è lo psicologo per i bambini?
Lo psicologo per i bambini, detto anche psicologo dell’infanzia o dell’età evolutiva, è una persona che si è laureata in psicologia e che si è specializzata nei processi di sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza; processi che comprendono aspetti emotivi, cognitivi, linguistici e comportamentali della persona.
Quando lo psicologo per i bambini è necessario?
La consulenza dello psicologo per i bambini è opportuna quando, ad esempio, il bambino presenta:
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un’eccessiva ansia nel separarsi dalle figure di riferimento,
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marcata irritabilità,
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scoppi di rabbia improvvisa,
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disturbi del sonno (ad esempio difficoltà nell’addormentarsi, risvegli frequenti, pianto inconsolabile),
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difficoltà a concentrarsi,
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tendenza ad isolarsi dagli altri,
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diminuzione degli interessi, tra cui il gioco,
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diminuzione dell’appetito.
Il ruolo dello psicologo per i bambini.
La consulenza dello psicologo per i bambini è utile per chiarire quali sono i significati che si nascondono dietro a certi comportamenti “disfunzionali” o problematici del bambino (“sintomi”).
Succede spesso che, già nella fase di consultazione, i genitori e le altre figure adulte di riferimento che si occupano del bambino arrivino a maturare una visione più nitida e ampia del piccolo e che, lavorando in sinergia con lo psicologo, inizino già a mettere in atto strategie più adattive per rapportarsi al bambino, potenziando così il benessere emotivo del piccolo e della sua famiglia.
Inoltre, esistono delle “finestre d’apprendimento” nel bambino, per cui intervenire precocemente sulle difficoltà del piccolo, in certe fasce d’età, può apportare cambiamenti significativi positivi, in tempi brevi.
Gli strumenti dello psicologo per i bambini
Quando si intraprende una consulenza psicologica per il proprio bambino, è importante condividere con i genitori quali saranno gli strumenti, cioè gli “attrezzi del mestiere” che lo psicologo per i bambini utilizzerà per comprendere meglio le risorse e le difficoltà del piccolo. Tra gli strumenti indispensabili nella “cassetta degli attrezzi” dello psicologo per i bambini ci sono:
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Il gioco: “con oggetti particolari” per osservare i comportamenti del bambino e comprendere come egli interagisce con la realtà circostante; il “gioco libero” per vedere come il bambino è capace di organizzarsi.
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Il disegno come strumento diagnostico, capace di offrire preziosi spunti anche sulla maturità del bambino e sulle sue relazioni.
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Le favole per cogliere ulteriori aspetti sulla personalità del bambino, sul suo sviluppo e sul suo modo di gestire le emozioni.
Come presentare lo psicologo per i bambini al proprio figlio?
Spesso i genitori mi chiedono come spiegare la figura dello psicologo per i bambini al proprio figlio, a tal riguardo personalmente rispondo di dire al bambino: “ti porterò dalla dottoressa dei pensieri e delle emozioni e, insieme a lei, scoprirai nuovi modi per stare bene”, è utile anche informare il piccolo che nella stanza dello psicologo si parlerà rispettando la regola del “segreto”.
In questa danza interattiva, il bambino capirà l’importanza di amarsi e di fidarsi di sé, per poi donare amore e fiducia anche agli altri.
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